La biblioteca monumentale del Collegio Alberoni di Piacenza ha fatto da scenario alla scoperta di un insetto insolitamente affascinante, mai osservato prima in Italia e ribattezzato dagli entomologi "secchione". Questa scoperta offre uno spaccato interessante sulla biodiversità e sulle creature che animano gli ambienti culturali dalle caratteristiche particolari.
La scoperta dell’insetto “secchione” a Piacenza
Il piccolo insetto, che scientificamente prende il nome di Sphaeropsocopsis utriusquemariaechristinae, è stato rinvenuto tra le antiche pagine dei libri e nei quadri storici della biblioteca del Collegio Alberoni. Questa istituzione, conosciuta non solo per la sua eredita culturale ma anche per le sue attività educative, ha attratto l’attenzione degli esperti, Rinaldo Nicoli Aldini e Maria Cristina Bertonazzi, che hanno lavorato in sinergia con l’Università Cattolica del Sacro Cuore.
La scoperta è avvenuta nel corso di un monitoraggio che gli studiosi hanno condotto in diverse biblioteche, archivi e musei, comprendendo anche la Biblioteca del Seminario Vescovile di Cremona, l’Archivio Diocesano e il Museo Civico "Ala Ponzone". Questi ambienti si sono rivelati particolarmente favorevoli per la proliferazione dell’insetto, attirato dalle condizioni di scarsa illuminazione e alta umidità, tipiche delle collezioni storiche.
Abitudini alimentari e impatto sulla cultura
Un aspetto rassicurante della scoperta riguarda le abitudini alimentari di Sphaeropsocopsis utriusquemariaechristinae. A differenza di quanto si potrebbe temere, questo insetto non minaccia i libri o le opere d’arte. Infatti, gli esperti dichiarano che il "secchione" si nutre principalmente di resti di altri artropodi morti, come ragni, risultando così un detritivoro piuttosto che un parassita. Questa caratteristica alimentare allevia le preoccupazioni riguardo al deterioramento dei beni culturali, rendendo la sua presenza più curiosa che allarmante.
La biodiversità italiana continua a rivelarsi sorprendente, con ormai oltre cento nuove specie indigene identificate ogni anno. Tuttavia, il rinvenimento di questo particolare insetto è di chiara rilevanza, essendo una prima per gli studiosi Nicoli Aldini e Bertonazzi nel corso della loro carriera di ricerca.
Riconoscimento e significato del nome scientifico
Il nome attribuito a questa nuova specie ha un significato particolare, onorando le due entomologhe coinvolte nella scoperta. Sphaeropsocopsis utriusquemariaechristinae è una combinazione di elementi che riconoscono Maria Cristina Bertonazzi e anche Maria Cristina Reguzzi, un’altra ricercatrice che ha partecipato al progetto. Questo nominativo sottolinea non solo l’importanza della scoperta, ma celebra anche il contributo delle donne nella scienza.
La curiosità riguardo a questo insetto cresce, non solo per il suo impatto sull’ecosistema delle biblioteche, ma anche per il mistero della sua provenienza. Resta da capire se si tratti di una specie autoctona, o se sia giunta in Italia attraverso i libri antichi che tanto ama. La sua presenza in luoghi di cultura come la biblioteca del Collegio Alberoni di Piacenza rappresenta un ponte tra patrimonio culturale e biodiversità, un connubio che ispira nuovi studi e ricerche nel campo della scienza naturalistica.