Scritto da Redazione

L’incendio in Patagonia: un’emergenza ignorata che ha devastato oltre 13mila ettari di territorio

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In Patagonia, gli incendi boschivi hanno distrutto oltre 13mila ettari di foreste e pascoli, evidenziando la necessità urgente di interventi per proteggere l'ecosistema e le comunità locali.

In Patagonia, in Argentina, la situazione è drammatica a causa di incendi boschivi che hanno già consumato più di 13mila ettari di foreste e pascoli. Questi eventi catastrofici, sempre più trascurati a livello globale, si sono intensificati negli ultimi mesi, trascinandosi per oltre 30 giorni e causando danni enormi nelle province di Chubut, Río e Neuquén. Mentre l’attenzione internazionale si concentra su altre aree, come Los Angeles, in Patagonia non ci si può permettere di ignorare l’emergenza ambientale che minaccia un ecosistema fra i più preziosi del mondo.

L’entità della devastazione: numeri allarmanti

Nei dettagli, i rapporti ufficiali hanno rivelato che gli incendi hanno colpito duramente diverse aree protette e territori vitali. Al Parco Nazionale Nahuel Huapi, situato nella provincia di Río, si stima che siano andati in fumo circa 5.108 ettari. Nella provincia di Chubut, la situazione è altrettanto critica: 3.075 ettari sono stati incendiati a Epuyén e ulteriori 2.000 ettari a Doctor Atilio Viglione. Anche nei pressi di Caviahue, in Neuquén, circa 450 ettari sono stati distrutti dalle fiamme. La somma complessiva di territorio bruciato è paragonabile a metà della superficie di Buenos Aires, dimostrando l’ampiezza dell’emergenza.

Le immagini e i resoconti giungono dal CEDYAT, il Centro di Documentazione degli Incendi, il quale ha documentato la situazione attraverso un comunicato su Twitter, lanciando un appello all’attenzione pubblica e metodi di intervento. La mancanza di risorse e di supporto per le operazioni di spegnimento è un problema che amplifica la tragedia. Le autorità locali riconoscono la difficoltà di fronteggiare le fiamme in presenza di alte temperature, forti venti e vegetazione particolarmente infiammabile.

Cause e responsabilità: la mano dell’uomo

Un aspetto rilevante che emerge da questa crisi è la causa degli incendi. Secondo Greenpeace, si stima che il 95% dei roghi boschivi sia attribuibile all’azione umana, che può manifestarsi in forme diverse: incendi provocati da falò, barbecue trascurati, mozziconi di sigarette non spenti e pratiche di agricoltura non sostenibile come la combustione di residui forestali. Questi fattori, combinati con le attuali condizioni climatiche, hanno contribuito a creare un terreno fertile per l’ignoto, con incendi che si propagano rapidamente e devastano habitat ricchi di biodiversità.

L’intensificazione di eventi incendiari come questi pone interrogativi sulla gestione delle foreste e sulla tutela dell’ambiente. La protezione delle Foreste Andino-Patagoniche è essenziale non solo per la biodiversità, ma anche per il mantenimento dell’equilibrio ecologico della regione. Ogni ettaro distrutto rappresenta una perdita irreparabile per l’ecosistema locale e per le comunità indigene che dipendono da queste risorse.

Un’urgente necessità di intervento

Attualmente, l’Argentina si trova in un’emergenza forestale che richiede un’attenzione immediata e misure più incisive da parte del governo e delle autorità competenti. Le attuali politiche di gestione del territorio, che puniscono con multe gli autori degli incendi, si dimostrano insufficienti per evitare la devastazione. Organizzazioni ambientaliste, tra cui Greenpeace, affermano che risulta necessario introdurre norme più severe per proteggere le foreste autoctone. La criminalizzazione della distruzione forestale è una risposta che potrebbe ostacolare non solo i cambiamenti climatici, ma anche la conservazione della biodiversità.

Le conseguenze della distruzione forestale non riguardano soltanto l’ambiente. Esse possono provocare, nel medio periodo, eventi di alluvioni, desertificazione e l’erosione della qualità della vita delle comunità rurali. Le ripercussioni includono anche il degrado della disponibilità di risorse vitali come legna, cibo e medicinali. Occorre un cambio di passo per evitare che la tragedia ambientale in Patagonia passi inosservata, richiedendo una mobilitazione collettiva sia a livello locale che internazionale.

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