Le patatine in busta, amate da molti come snack veloce o comfort food, possono contenere contaminanti dannosi per la salute. Recenti studi hanno evidenziato la presenza di acrilammide, una sostanza chimica formata durante la cottura ad alta temperatura, che potrebbe avere effetti negativi sul benessere umano. Analizzando vari campioni di famose marche, il test ha messo in luce preoccupanti differenze nei livelli di questa sostanza, spingendo a una riflessione su cosa i consumatori mettono nel piatto.

La formazione dell’acrilammide: come avviene?

L’acrilammide si forma durante la cottura di alimenti ad alta temperatura, grazie a un processo chimico chiamato reazione di Maillard. Questa reazione avviene quando gli zuccheri e gli amminoacidi presenti negli alimenti sono sottoposti a calore oltre i 120°C. Sebbene le patatine fritte siano tra i principali alimenti a rischio, l’acrilammide può essere presente anche in biscotti, cornflakes, caffè e altri prodotti tostati o fritti. La reazione di Maillard è un fenomeno naturale e contribuisce a creare sapori e aromi caratteristici, ma purtroppo è anche il veicolo di sostanze potenzialmente pericolose.

L’acrilammide è spesso sottovalutata nei contesti di consumo quotidiano, ma è fondamentale che i consumatori siano consapevoli della sua esistenza nel cibo comune. Risultato di un processo di cottura, la sostanza si forma in diverse preparazioni culinarie, specialmente dove è richiesto un forte calore. È bene notare che un’alta temperatura di preparazione non è l’unico fattore; anche il tempo di cottura e il tipo di prodotto influiscono sulla quantità di acrilammide presente.

Rischi per la salute: quali sono le conseguenze?

L’acrilammide è stata classificata come "probabile cancerogeno" dall’Organizzazione Mondiale della Sanità e dall’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro . I dati scientifici attualmente disponibili suggeriscono che l’esposizione cronica a questa sostanza possa aumentare il rischio di sviluppare tumori. Infatti, l’acrilammide ha mostrato di avere effetti genotossici, ossia in grado di danneggiare il DNA e dare origine a mutazioni cellulari.

L’esposizione a lungo termine alla sostanza è motivo di preoccupazione, soprattutto per soggetti con una dieta ricca di alimenti contenenti acrilammide. Alcuni studi hanno indicato che l’assunzione di elevate quantità di questa sostanza potrebbe essere associata anche a patologie neurodegenerative e a problemi di fertilità nella popolazione. Sebbene non tutte le evidenze siano definitive, le implicazioni per la salute pubblica sono significative e necessitano di ulteriori ricerche per determinare soglie di sicurezza e regolamenti appropriati nella produzione alimentare.

Il test sulle patatine: risultati e sorprese

Un recente test condotto da "Il Salvagente" ha analizzato 29 campioni di patatine, tortillas e snack vegetali per determinare i livelli di acrilammide presenti. I risultati hanno mostrato evidenti differenze tra i vari marchi, evidenziando che non tutte le patatine sono uguali. Alcuni produttori sono riusciti a mantenere i livelli di acrilammide ben al di sotto della soglia di sicurezza stabilita dall’Unione Europea, fissata a 750 microgrammi per chilo.

È interessante notare che le aziende non sono obbligate a rispettare tale limite, poiché si tratta solo di una linea guida. Tuttavia, la crescente consapevolezza dei consumatori ha portato ONG e associazioni a richiedere all’Unione Europea di stabilire normative vincolanti, inclusi limiti obbligatori e sanzioni per le violazioni. La pressione da parte del pubblico e degli enti di controllo è crescente, specialmente con l’emergere di nuove evidenze scientifiche che potrebbero elevare la classificazione dell’acrilammide a "cancerogeno certo".

I marchi a rischio: quali patatine evitare

Nel test, sono emerse alcune patatine che hanno registrato i livelli più elevati di acrilammide, con risultati significativi. Tra le marche bocciate spiccano Carrefour Classic con un punteggio di 2 e 730 microgrammi di acrilammide, Amica Chips Classica "Quelle che si vedono" con un punteggio di 3,9 e 579 microgrammi, e San Carlo Rustica con un punteggio di 4,5 e 358 microgrammi.

Nonostante la presenza di acrilammide non possa essere completamente eliminata, le modalità di produzione e la scelta degli ingredienti possono influenzare significativamente la quantità presente nel prodotto finale. Fattori quali il tipo di olio utilizzato e l’aggiunta di aromi e additivi sgraditi possono compromettere la salute del consumatore. La presenza di esaltatori di sapidità come il glutammato monosodico ha sollevato preoccupazioni, essendo associato a effetti collaterali in alcune persone.

L’analisi dei risultati ha dunque evidenziato l’importanza della trasparenza nella produzione alimentare e la necessità di scelte consapevoli da parte dei consumatori. Il test completo delle patatine, evidenziando anche quelle migliori, sarà disponibile nel numero di gennaio de "Il Salvagente".