Cosa sono i mandala? A cosa servono? Andiamolo a scoprire insieme! Questo termine, derivante dall’Oriente, è arrivato anche nel continente europeo da qualche anno ed ora ha assunto un significato preciso nella nostra società come momento di riflessione, svago e terapia per la mente.
Il nome mandala, adattato in italiano con questa grafica, è un neutro sanscrito che sta ad indicare un oggetto rotondo o meglio con una forma che ricordi un disco. Il significato di questi? Sono rappresentazioni dell’universo e sono utilizzate da diverse religioni dall’induismo al buddismo con diverse sfaccettature ma sempre con il significato primordiale di un cerchio dell’universo.
Sono dunque delle rappresentazioni del nostro universo interiore trasposto però in una raffigurazione che può avere due forme:
In questa seconda accezione e forma siamo soliti vederla in Europa.
Andiamo quindi a vedere cosa sono questi mandala nel dettaglio e come possiamo trasportare il loro significato orientale nella cultura occidentale senza perdere il significato primordiale per il quale sono stati creati in Tibet.
I mandala come abbiamo accennato sono raffigurazioni antiche circolari o rettangolari a seconda della religione dalla quale vengono utilizzati, che sono stati catturati dalla nostra cultura occidentale con un significato chiaro di raffigurazione del nostro universo interiore.
In parole povere? Ce lo spiega Camuri: "In mandala si è andata a fissare la configurazione di uno spazio orientato attorno a un centro sacrificale: da qui hanno tratto origine i significati, che a partire da quello di "cerchio" hanno costellato la lunghissima storia di mandala, declinando in molti modi le nozioni basilari di "totalità" e di "drammi dell’universo" depositate nello schema ierofanico di un quadrato suddiviso in altri quadrati dal numero variabile disposti attorno a un quadrato centrale, o di un cerchio iscritto in un quadrato, che rispettivamente costituiscono la pianta di numerosi templi indiani e degli stūpa, monumenti reliquari del buddhismo".
Insomma questo sostantivo maschile, la cui grafia ufficiale è maṇḍala o devanāgarī, si riferisce ad una raffigurazione circolare o rettangolare a seconda della religione a cui è affidata, con valori rilassanti, tranquillizzanti e rassicuranti per la mente umana. In queste rappresentazioni venivano realizzati e lo sono ancora oggi, con sabbia colorata e molto fine soprattutto da parte dei monaci dell’area del Tibet.
Nella società moderna che spesso prende spunto da quella orientale per trovare momenti di riflessione, spunti per ritagliarsi un momento di pausa, sono diventati dei disegni essenzialmente di forma rotonda da poter colorare in maniera tale che le nostre emozioni vengano tradotte graficamente in una sorta di terapia a colori.
Dopo aver capito cosa sono questi mandala andiamo a vedere come possiamo disegnarli e/o colorarli, quali tecniche utilizzare e qualche esempio da poter stampare.
Cerchiamo dunque di capire quali tecniche usare per poterli colorare o disegnare partendo da zero oppure seguendo degli esempi da poter stampare direttamente dal vostro computer e che trovate nel fondo dell’articolo.
Come colorarli se questa è la nostra intenzione? Partiamo ovviamente dal centro, dalla posizione più centrale, con i colori che ci rappresentano in quel momento, proseguendo con le zone meno centrali ed adiacenti per arrivare fino all’esterno. Il significato di questo gesto è una apertura dal nostro io, dalla nostra interiorità all’esterno, alle altre persone ma sempre conoscendo quello che siamo, ispezionando noi stessi in fondo per poterci conoscere realmente in ogni nostra sfaccettatura.
Qui trovate alcuni mandala che potete scaricare sul vostro computer, stampare ed iniziare a colorare per ritagliarvi un vostro spazio interiore privato ed aiutarvi nel riflettere.