Coltivazione idroponica, in tanti non ne hanno mai nemmeno sentito parlare, quindi cominciamo rispondendo a questa domanda: cos’è la coltivazione idroponica? Quanto e come è diffusa in Italia e quali sono vantaggi e svantaggi, a partire dal costo? Innanzitutto, l’idroponia è l’arte di far crescere le piante in una soluzione a base di acqua e sostanze nutrienti invece che nel terriccio. La parola deriva dal greco hidro (acqua) e ponos (lavoro).
Il concetto di idroponia fu riscoperto presso l’Università di Berkeley, in California, già nel 1930, ma questo metodo di coltivazione è entrato a far parte della nostra vita solo in tempi più recenti. Il concetto di idroponia è antico quanto i babilonesi e i popoli che vivevano sui monti attorno al lago di Titicaca in Perù. Già queste popolazioni con giardini pensili e coltivazione sulla superficie dell’acqua avevano capito il potenziale di questo metodo.
Volendo dare una definizione esatta: la coltivazione idroponica è una tecnica di coltivazioni senza suolo o fuori da esso in cui la terra viene sostituita da una soluzione nutritiva in cui le piante vengono immerse.
Come funziona la coltivazione idroponica?
Ma com’è possibile che le piante possano crescere da qualsiasi cosa che non sia la terra? Per noi che siamo abituati al modo di coltivare tradizionale, che lo abbiamo studiato a scuola imparando i nomi di tutti gli attrezzi, anche solo la definizione di coltivazione idroponica suona strana. Ma questo tipo di coltivazione è probabilmente il futuro.
Ma andiamo per ordine. Le piante da dove prendono il nutrimento che serve per crescere se non sono ben piantate con le radici nel terreno? Esse possono crescere con le radici nell’acqua a una sola condizione: quest’ultima deve essere vivente.
Questo perché, in qualsiasi ambiente le piante vivano (suolo, aria o acqua), il loro modo di nutrirsi è assorbendo il loro “cibo” sotto forma di ioni dissolti nell’ossigeno.
Nell’idroponia la soluzione in cui la pianta è immersa stimola la sua crescita andando a controllare la quantità di acqua, sali minerali e, la cosa più importante: l’ossigeno disciolto.
L’ossigeno è quindi la chiave per la buona salute e la sopravvivenza di una pianta. Senza ossigeno, anche se adeguatamente bagnata, la pianta muore. Quando una pianta è immersa nella sua soluzione in movimento, assorbe ossigeno e cibo in maniera rapida. Se la soluzione è povera di ossigeno, la crescita sarà lenta. Se, al contrario, la soluzione è satura di ossigeno, la crescita sarà veloce.
Lo scopo dell’idroponia è proprio creare una combinazione di acqua, nutrienti e ossigeno tali da massimizzare la produzione e la qualità di ogni tipo di pianta. Per migliorare i risultati vanno tenuti presenti vari parametri: temperatura, livello di CO2, umidità, ventilazione e costituzione genetica della pianta.
Coltivazione idroponica: vantaggi e svantaggi
Stabilito di cosa si tratti e come funzioni la coltivazione idroponica, vediamo ora quali sono i vantaggi e gli svantaggi di produrre colture con questo metodo. Le risposte ce le offre Giorgio Prosdocimi Gianquinto, professore di Orticoltura e Direttore del Centro Studi e Ricerche in Agricoltura Urbana e Biodiversità (ResCUE-AB) del Dipartimento di Scienze Agrarie dell’Università di Bologna, attraverso un’intervista rilasciata a Gambero Rosso in cui mette in evidenza vantaggi e svantaggi che sono i seguenti.
- il vantaggio più grande è sicuramente che la coltivazione idroponica non ha bisogno di suolo e, di conseguenza, con questo metodo si può coltivare ovunque e in qualsiasi luogo o condizione: all’aperto o al chiuso, in verticale o in orizzontale, in spazi grandi o in spazi molto piccoli;
- altro vantaggio assoluto è la vicinanza, il fatto che le coltivazioni possono essere il più vicino possibile al luogo dove si commercializzano i prodotti, andando così a ridurre notevolmente sia i costi economici che quelli ambientali causati dal trasporto;
- dosando con precisione la soluzione in cui le piante sono immerse, c’è un minor spreco di acqua, fino all’80%-90% in meno rispetto alle tradizionali coltivazioni su suolo. Non solo l’acqua, ma anche il concime viene gestito meglio e, in generale, il nutrimento della pianta è costantemente sotto controllo;
- c’è poi anche da considerare il vantaggio nel controllo della condizione fitosanitaria delle piante. Non essendo coltivate nel suolo, l’incidenza delle malattie che di diffondono nel terreno, così come la diffusione dei parassiti, sono ridotte se non del tutto eliminate;
- viene totalmente eliminato il problema delle erbe infestanti;
- è possibile meccanizzare e automatizzare la produzione, passando a sistemi altamente tecnologici
Quali sono invece gli svantaggi di un tipo di coltura di questo tipo? C’è, come in tutto, il rovescio della medaglia.
- i costi d’impianto sono ancora elevati a livello sia di high che di medium tech;
- c’è la necessità di personale tecnico specializzato per controllare che tutto funzioni;
- lo smaltimento di substrati utilizzati o esausti e dei materiali usati per questo tipo di coltivazione, che sono spesso difficili da riciclare (ad esempio la plastica);
- si ha la necessità di disporre di acqua non salina, non contaminata e di buona qualità.
Quali sono i costi della coltivazione idroponica?
Per avviare una coltivazione idroponica servono, com’è facile immaginare, parecchi strumenti diversi, ognuno necessario in una delle tre fasi del ciclo di crescita della pianta (germinazione, crescita, fioritura). Quali sono i costi - orientativamente parlando - che si devono affrontare per poter avviare una coltivazione idroponica?
Un impianto di agricoltura idroponica ha un costo abbastanza elevato. Stabilire un costo preciso è praticamente impossibile per via delle numerose variabili che influiscono sul costo finale da tenere in considerazione.
Tuttavia è possibile dare dei costi indicativi. Per un privato che vuole una coltivazione idroponica in casa, i costi per avviarla grazie a un kit di base si aggirano attorno ai 400€/500€. Per chi invece sceglie di cominciare già con un impianto più tecnologico (comprensivo di lampade, box ed estrattori di ultima generazione), il costo praticamente raddoppia, arrivando ad oscillare tra i 1.000€/1.100€.
Ancora diversa è la situazione per quelli che vogliono impegnarsi in una vera e propria coltura idroponica a livelli professionali, i cui costi vanno stabiliti prendendo in considerazione un numero ancora maggiore di variabili. Di può partire da un minimo di 200€ per arrivare ai 1.000€, considerando ovviamente che più sarà grande la superficie della serra, maggiore sarà il costo da affrontare.
Coltivazione idroponica in Italia
La coltivazione idroponica deve ancora prendere piede in Italia. Non sono in molti a conoscere come funziona, cosa comporta, la qualità dei cibi che vengono prodotti sfruttando questo metodo. La verità è che non bisogna dubitare della qualità, del sapore e degli odori del cibo cresciuto in una coltivazione idroponica, in quanto siamo noi a decidere come farlo crescere andando a bilanciare i nutrienti.
Se, per esempio, vogliamo un prodotto di qualità alta, basta andare ad aumentare la salinità della soluzione nutritiva. La naturale reazione della pianta sarà quella di produrre una serie di sostanze antiossidanti che andranno a migliorarne la qualità.
Per quanto riguarda l’Italia nello specifico, ci sono realtà interessanti verso Bologna e nei pressi di altre grandi città, ma la coltivazione idroponica massiva deve ancora prendere piede come reale alternativa alla coltivazione del suolo.