Diminuire il consumo di plastica nel mondo è sicuramente uno degli obiettivi da raggiungere nei prossimi anni, ma come fare? Una soluzione possibile è quella di applicare una tassa su questo materiale; scopriamo nel dettaglio cos’è la plastic tax, come funziona e da quando entra in vigore.
Dopo l’idea di tassare merendine e i voli aerei, il governo ha ipotizzato di imporre una tassa sulla plastica al fine di ridurre il consumo di questo materiale, come primo atto del green new deal. La plast tax verrà probabilmente introdotta molto probabilmente dalla prossima legge di Bilancio 2020 sulla base di una direttiva europea che delinea la strategia comunitaria sulla riduzione della plastica.
Sebbene questo sia un primo passo verso la tutela ambientale rimane un caso isolato: per raggiungere gli ambiziosi obiettivi che i governi dell’Unione Europea si sono imposti dovranno cambiare molte cose, tra cui le abitudini dei consumatori altrimenti non sarà possibile ridurre l’inquinamento causato dallo smaltimento della plastica.
Ma andiamo ora a vedere nel dettaglio cos’è la tassa sulla plastica, come funziona e da quando entra in vigore.
Ma cos’è la tassa sulla plastica e come funziona? La plastic tax è una nuova tassa che verrà introdotta dalla nuova Legge di Bilancio 2020; essa prevede un aumento di 0,20 centesimi in più per ogni kg di plastica con cui si vanno a costruire imballaggi, bottiglie, oggetti monouso e altro.
Aziende produttrici di imballaggi saranno i soggetti direttamente colpiti da questa tassa, ma in modo indiretto lo saranno anche i consumatori: infatti assisteremo ad un aumento dei prezzi di tutti i prodotti contenuti nelle bottigliette di plastica oppure di altri prodotti monouso.
Questi ultimi, peraltro, sono già stati oggetto di divieto tassativo di utilizzo in diversi contesti sociali, come ad esempio la spiaggia.
Ovviamente questa tassa è uno strumento per raggiungere diversi obiettivi; primo in assoluto la graduale riduzione della plastica a partire dal 2020. In particolare cercare di dissuadere i consumatori all’acquisto di oggetti in plastica monouso. Molti di essi, tra l’altro, sono già stati ritirati dal commercio, come ad esempio i cotton fioc e le cannucce.
Oltre al comportamento dei consumatori si cerca anche di responsabilizzare i produttori, cercando di arrivare nel 2025 ad avere solo imballaggi riciclati.
Come possiamo facilmente intuire dunque la plastic tax non mira ad incrementare gli incassi fiscali dello Stato bensì a scoraggiare, sino ad eliminare il consumo di plastica e soprattutto il conseguente problema dovuto allo smaltimento di questo materiale.
Che voi siate a favore della tassa sulla plastica o contrari, sicuramente vi starete chiedendo quando entrerà in vigore. La tassa sulla plastica verrà introdotta dalla nuova Legge di Bilancio 2020 insieme a molti altri decreti che compongono i 55 articoli contenuti all’interno della bozza del decreto fiscale collegato alla Manovra di bilancio.
Il dibattito intorno a questa nuova tassa è molto animato: c’è infatti chi è completamente d’accordo, sostenendo che la plastic tax potrebbe cambiare drasticamente le abitudini dei consumatori e riducendo notevolmente il consumo di questo materiale così inquinante per l’ambiente. L’altro rovescio della medaglia è però una probabile crisi di settore,con conseguenze sull’indotto, che conta 10mila aziende e 150mila lavoratori. Il rischio che la ventilata nuova imposizione finirebbe col pesare sulle tasse dei consumatori. Sembrerebbe infatti che ogni famiglia spenderà fra i 120 euro e i 140 euro in più all’anno,ma ovviamente solo se acquisteranno prodotti in plastica.
Vedremo quale saranno le soluzioni che le aziende adotteranno per evitare questa tassa, sperando che si vada sempre più verso il rispetto dell’ambiente e del nostro ecosistema.