Un’inchiesta approfondita ha rivelato un sistema di maltrattamenti e uccisioni non giustificate di animali all’interno dei laboratori dell’Università Magna Graecia di Catanzaro. Questo triste scenario si è sviluppato in cambio di favori, mostrando una realtà inquietante secondo cui il benessere degli animali è stato compromesso per ottenere vantaggi accademici e finanziari. Le cronache parlano di corruzione e violazioni della normativa vigente, con conseguenze gravi per i responsabili, ma anche per gli animali coinvolti.

Maltrattamenti e corruzione nei laboratori universitari

L’inchiesta condotta dalla Procura della Repubblica di Catanzaro ha messo in luce un sistema illecito fondato sulla corruzione e sull’abuso di potere. Gli animali nei laboratori dell’Università Magna Graecia hanno vissuto in condizioni inaccettabili; gli stabulari erano gestiti in modo abusivo, senza rispetto per le norme di benessere animale. Accuse gravi come associazione a delinquere, falso, truffa aggravata e allevamento abusivo sono state mosse contro i vertici dell’Ateneo e un veterinario dell’Azienda Sanitaria Provinciale .

Il coinvolgimento dell’ASP ha sollevato interrogativi sul controllo e sulla supervisione esercitata sulle attività di sperimentazione animale. Le autorità competenti avrebbero dovuto garantire che le pratiche seguite nei laboratori fossero conformi a leggi e normative nazionali, in particolare al Decreto Legislativo 26/2014 che prevede controlli costanti per la protezione degli animali. Il mancato rispetto di queste disposizioni ha permesso che si perpetuasse una situazione di abuso, con gli animali costretti in gabbie anguste e sporche.

Le conseguenze legali e amministrative

A seguito dell’indagine, sono stati disposti arresti domiciliari per 11 dipendenti dell’Università, compreso l’ex Rettore. Inoltre, una dipendente dell’ASP è stata sospesa per un anno dal servizio, a riprova della serietà delle violazioni commesse. Questa azione legale non si è limitata a coloro che sono stati arrestati; sono state emesse oltre 21 informazioni di garanzia nei confronti di altre persone coinvolte, segno che le indagini potrebbero espandersi ulteriormente.

L’intervento della Guardia di Finanza ha comportato la raccolta di prove fondamentali per l’accusa, mentre è stata presentata una denuncia penale che include anche risvolti di truffa ai danni dello Stato. Se si considera la somma di circa 2 milioni di euro destinata a finanziamenti pubblici per la ricerca, emerge con chiarezza la portata del reato. Questi fondi dovevano essere utilizzati in modo etico e responsabile, ma invece sembrano essere stati strumentalizzati per mantenere un sistema corrotto.

Le pratiche di sperimentazione e il benessere animale

Le misure di sicurezza e le procedure di sperimentazione seguite nei laboratori universitari sono state giudicate seriamente insufficienti. Le indagini hanno rivelato che le cavie venivano sottoposte a test in condizioni di scarsa igiene, usando sostanze come morfina e ketamina senza alcun controllo appropriato. Non esisteva nemmeno un armadietto per i farmaci, né un registro di carico e scarico, comportamenti che contravvengono alle normative vigenti.

In aggiunta, le pratiche di acquisto degli animali erano discutibili; gli animali venivano ottenuti senza che vi fosse un progetto autorizzato per la sperimentazione su di essi. In questo contesto, il benessere degli animali era considerato secondario, con l’unico obiettivo di ottenere risultati scientifici a scapito della loro vita.

Molti animali sono morti inutilmente e non è possibile valutare l’affidabilità delle ricerche condotte, proprio a causa delle condotte inaccettabili dei ricercatori. Questo inquietante scenario solleva interrogativi su quanto spesso simili abusi possano verificarsi in altre istituzioni e sulla necessità di una vigilanza più severa e di un sistema di controllo più efficace per garantire il rispetto dei diritti degli animali da laboratorio.

L’indagine continua e le autorità competenti stanno seguendo da vicino gli sviluppi, cercando di assicurarsi che tali incidenti non si ripetano e che gli animali non siano più vittime di pratiche crudeli e illegali.