Una bistecca inquina più della plastica: questa affermazione potrebbe sembrare un’assurdità, eppure molti studi scientifici condotti su questa tematica hanno riscontrato la veridicità di questa tesi. Ma quanto inquina esattamente la carne? Ecco tutti i dati utili per comprendere davvero le conseguenze delle nostre scelte alimentari.
Uno studio del 2013 comparso su tutte le riviste scientifiche più prestigiose ha identificato l’allevamento intensivo di bestiame come l’attività umana probabilmente più impattante di tutte a livello ambientale.
Il 30% della superficie terrestre non coperta da ghiacci è utilizzata per allevare polli, maiali e bovini destinati al consumo alimentare umano e già questa percentuale potrebbe lasciarci a bocca aperta. Ma ci sono molti altri dati sbalorditivi sugli allevamenti intensivi: scopriamo quali sono e cerchiamo di rispondere al quesito quanto inquina una bistecca.
Ma quanto inquina una bistecca? Qual è l’impatto che la produzione di carne ha sull’ambiente che ci circonda? I dati sono questi assolutamente sbalorditivi; prima di tutto l’allevamento incide sulla coltivazione: una grassa mucca occidentale consuma tra i 75 kg e i 300 kg di sostanza secca (foraggio, cereali, leguminose etc) per produrre 1 kg di proteine. Per rendere meglio l’idea in pratica circa la metà della produzione mondiale di cereali si consuma in questo modo.
Questo significa che per far spazio alle coltivazioni si devono abbattere foreste e ogni anno per questo scopo vengono abbattuti sulla Terra migliaia e migliaia di ettari, ad esempio l’88% della foresta amazzonica disboscata è diventata un pascolo.
Ma la produzione di carne non incide solo sulle foreste. Alle mucche si deve una quantità immensa di gas a effetto serra, ossia quelli che hanno un’incidenza sull’effetto climatico. Durante il processo di digestione, infatti, questi animali rilasciano metano e protossido di azoto attraverso la decomposizione del letame; il risultato è che i gas a effetto serra associati alla filiera produttiva equivalgono a ben il 14,5% per cento di tutte le emissioni di gas serra prodotte dagli esseri umani. Possiamo tranquillamente dire che gli animali da allevamento, ma più in particolare i bovini, inquinano più delle macchine. Sembra assurdo, vero? Ma tutti questi dati sono stati verificati in anni di studi.
Altro elemento molto importante, che non ha a che fare con il clima, è che gli allevamenti intensivi inquinano aria e acqua, dato che vengono utilizzate enormi quantità di prodotti chimici, tra cui fertilizzanti, pesticidi ed erbicidi, che penetrano nel terreno ed inquinano le acque e di conseguenza anche il cibo stesso.
Dunque, dati alla mano, cerchiamo di rispondere alla domanda quanto inquina davvero la carne? Per calcolarlo si utilizza il carbon footprint, ossia l’indicatore che misura l’impatto delle attività umane sul cibo globale, dal quale deriva anche la parola foodprint, che non è altro che la traccia che il cibo lascia sul nostro pianeta. Neanche a dirlo il foodprint della carne è assolutamente molto alto. Ad esempio un chilo di maiale produce 12,1 Kg e un chilo di agnello costa 39,2 kg di Co2.
Per portare un semplice hamburger di manzo in tavola ci vogliono 2,5 Kg di anidride carbonica, oltre 2400 litri di acqua e 18 m2 di superficie terrestre. L’uso dell’acqua è un altro fattore-chiave: per mangiare carne se ne consuma da 5 a 10 volte di più di quella che mangiando vegetariano.
Per produrre 1 kg di carne bovina ci vogliono circa 15 mila litri di acqua , il che corrisponde più o meno a 110 vasche da bagno e dunque per produrre una bistecca si consumano circa 5000 litri di acqua. Per 1 kg di maiale ce ne vogliono 6000.
Sono dati assolutamente sbalorditivi, e che possono spaventare, ma è importante essere consapevoli per fare le giuste scelte alimentari.