La coccidiosi rappresenta una delle parassitosi intestinali più diffuse tra i gatti, in particolare nei gattini. La presenza di coccidi, protozoi del genere Cystoisospora, può comportare gravi conseguenze per la salute dei felini, dando origine a disturbi digestivi anche severi. È fondamentale individuare tempestivamente i sintomi e adottare le corrette strategie terapeutiche per prevenire complicazioni più serie.
Cosa sono i coccidi e come si trasmettono
I coccidi sono protozoi unicellulari che appartengono al genere Cystoisospora, dei quali i più noti per i gatti sono Cystoisospora felis e Cystoisospora rivolta. La coccidiosi viene tipicamente trasmessa attraverso la via oro-fecale, mediante l’ingestione di oocisti sporulate che provengono da feci di gatti infetti. Questa modalità di infezione è particolarmente insidiosa, dal momento che gli oocisti possono rimanere infettivi nell’ambiente per un periodo piuttosto lungo.
Una volta che un gatto ingerisce le oocisti, queste si sviluppano e si moltiplicano all’interno del suo intestino. I coccidi danneggiano le cellule intestinali, il che può portare a una compromissione della mucosa intestinale. Dopo un periodo di incubazione di circa 6-10 giorni, il gatto infetto inizia a escretare oocisti nelle proprie feci. A questo punto, le oocisti diventano infestanti in pochi giorni. È importante notare che alcuni ospiti paratenici possono ospitare oocisti senza permetterne lo sviluppo, rendendo la situazione ancora più complessa.
Per quanto riguarda la trasmissione agli esseri umani, è rassicurante sapere che i coccidi del gatto non sono zoonotici e non possono essere trasmessi all’uomo. Questa specificità di specie implica che i coccidi di diverse specie animali, come cani e conigli, non sono in grado di infettare gatti e viceversa.
Sintomi della coccidiosi nei gatti
L’infestazione da coccidi può passare inosservata in gatti adulti con un sistema immunitario sano, poiché il corpo è in grado di eliminarli senza manifestare sintomi evidenti. Tuttavia, nei gattini, soggetti più fragili, e in gatti con immunodeficienze, i sintomi diventano alquanto preoccupanti.
I segni clinici più comuni legati alla coccidiosi includono diarrea, che può essere di tipo acquoso e contenere tracce di sangue, insieme a perdita di appetito, vomito e, in casi gravi, dimagrimento e disidratazione. È essenziale prestare attenzione a questi sintomi, poiché l’infezione può rapidamente aggravarsi e portare a condizioni potenzialmente letali. Anche piccoli cambiamenti nella dieta o stress durante lo svezzamento possono favorire la comparsa di sintomi. È comune, ad esempio, il caso di gattini alimentati con latte vaccino, che sviluppano diarrea grave a causa di una cattiva digestione.
L’osservazione di uno o più di questi sintomi richiede un intervento immediato, poiché la coccidiosi può rapidamente compromettere la salute generale del gatto, mettendo a rischio la sua vita. È pertanto consigliabile la visita di un veterinario che possa valutare il quadro clinico e intraprendere le opportune azioni.
Terapie e rimedi contro la coccidiosi
La gestione della coccidiosi nel gatto è fondamentale, in particolare per i gattini e gli animali con condizioni mediche preesistenti. Sebbene in teoria i gatti adulti sani possano non necessitare di trattamento, è sempre consigliabile intervenire per scongiurare complicazioni.
Le terapie per la coccidiosi si basano principalmente su farmaci a base di sulfamidici, che aiutano a contenere la diarrea, anche se non bloccano l’escrezione delle oocisti. Un’altra opzione, anche se non ufficialmente approvata per l’uso nei gatti, è il toltrazuril, che viene utilizzato off-label a discrezione del veterinario.
In aggiunta alla cura farmacologica, è cruciale supportare la salute intestinale del gatto colpito. L’introduzione di fermenti lattici può rivelarsi utile per ripristinare l’equilibrio della flora intestinale. Qualora si presenti una grave diarrea accompagnata da disidratazione, potrebbe rendersi necessaria una terapia di sostegno che include la somministrazione di fluidi e vitamine per reintegrare le sostanze nutritive vitali.
Infine, è fondamentale considerare anche che esistono altri parassiti intestinali come ascaridi, tenie, strongili e giardia che possono influenzare la salute dei gattini, pertanto è importante eseguire una corretta profilassi e monitoraggio della salute gastrointestinale dei propri animali domestici.