In molti sicuramente avranno sentito parlare di innesto, ma non tutti sanno cos’è e come si fa questa pratica.
È un intervento che si compie sulle piante e da cui si possono ottenere numerosi benefici: sia un miglioramento delle qualità sia della produttività.
Serve per stimolare la nascita di nuovi rami e quindi rendere le piante più vigorose, per preservare specie in estinzione, curare alberi malati e infine far sì che gli alberi da frutta producano più frutti.
Il periodo migliore per praticare l’innesto è sicuramente la primavera, ma anche il periodo autunnale può rivelarsi adatto.
In ogni caso per ottenere un risultato ottimale possiamo seguire il calendario lunare, che ci indicherà i periodi migliori per questo genere di intervento.
Esistono diverse tipologie di innesto e si può effettuare su moltissimi alberi, principalmente quelli da frutta, ma anche su piante di rosa e su alberi forestali.
Cerchiamo ora di conoscere più da vicino questa tecnica, cos’è e come di fa.
Prima di capire come si fa l’innesto dobbiamo procedere per gradi e chiarire cos’è questa pratica.
Questo termine, se riferito al mondo della botanica, è l’operazione che consiste nell’inserire una parte di una pianta in un’altra pianta di specie o varietà diversa e solitamente viene effettuata per ottenere qualità più pregiata di frutta, ma anche per curare alberi malati o per preservare specie in via d’estinzione.
È una tecnica davvero antichissima, ad esempio era già praticata in Oriente molti anni fa, e soprattutto, anche se non spessissimo, avviene in modo spontaneo in natura quando due rami si toccano e crescono saldandosi tra di loro.
Ciò accade poiché le due piante traggono importanti benefici da questa unione: ad esempio possono condividere la stessa linfa vitale.
È una pratica di moltiplicazione che consente di clonare la pianta madre e quindi far crescere un esemplare che mantenga tutte le caratteristiche di quella originale e che si differenzia per questo dalla semina.
Per praticare l’innesto dobbiamo necessariamente avere due componenti essenziali per questa tecnica: le marze (dette anche nesti) e il portainnesto.
Le marze o nesti, sono le gemme o parti di rami che vengono tagliate dalla pianta-madre che vogliamo impiantare.
Il consiglio è quello di utilizzare strumenti ben puliti e di scegliere un albero forte e in salute, ma che non sia troppo giovane e che abbia almeno un anno di vita.
Il secondo elemento essenziale è il portainnesto, ossia la pianta con radici in cui decidiamo di innestare la marza.
Dobbiamo scegliere una pianta simile a quella madre e assicurarsi che sia sana e priva di malattie.
Ora che abbiamo più informazioni su questa pratica, possiamo passare alla parte tecnica e vedere come si fa l’innesto.
Prima di tutto c’è da dire che esistono due modi di praticare l’innesto. Ma come si fa? E quali sono queste due tecniche?
La prima tecnica che vogliamo analizzare è quella dell’innesto a gemma. Esso si pratica principalmente sugli alberi da frutta e consiste nel tagliare un ramo con delle gemme e inserirlo nel portainnesto, dove è stato precedentemente effettuata un’incisione a T, facendo attenzione a non tagliare il legno, ma solo la corteccia.
Il nesto dovrà poi essere fissato con della rafia o con del nastro apposito.
Esistono vari tipi di tagli per questo genere di innesto, come ad esempio quello a T rovesciata o quello a triangolo.
La seconda è quella definita a marza e consiste nel prendere 2-3 gemme della pianta-madre. Questo innesto andrà effettuato esclusivamente in primavera, e quindi le gemme dovranno essere tagliate in inverno.
Le marze dovranno prima essere trattate con un prodotto fungicida e conservate in frigorifero, ricoperte da carta di giornale e poste all’interno di un sacchetto.
Dopo aver effettuato un taglio, che può essere praticato con tecniche differenti, dovremo inserire le marze e fissare con la rafia o con il nastro apposito.