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Il governo canadese si scusa per il massacro di 20.000 cani da slitta Inuit: 45 milioni per la riconciliazione

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Il governo canadese riconosce il massacro di 20.000 cani da slitta Inuit tra il 1950 e il 1963, promettendo 45 milioni di dollari per sostenere la riconciliazione e il recupero culturale delle comunità indigene.

Il recente riconoscimento da parte del governo canadese del massacro di circa 20.000 cani da slitta Inuit tra il 1950 e il 1963 rappresenta un importante passo verso la riconciliazione con le comunità indigene. Questo tragico evento, perpetrato dalle autorità canadesi, ha causato un profondo impatto culturale, economico ed emotivo sugli Inuit. Il governo, attraverso le parole del Ministro delle Relazioni con gli Indigeni, Gary Anandasangaree, ha promesso 45 milioni di dollari per sostenere il recupero culturale e la reintroduzione dei cani da slitta nella comunità Inuit.

Le scuse ufficiali del governo canadese a Kangiqsujuaq

Il 23 novembre 2023, il Ministro Gary Anandasangaree si è recato nella comunità Inuit di Kangiqsujuaq, situata nel nord del Quebec, per esprimere scuse ufficiali per le atrocità subite dalla popolazione Inuit in quel periodo. Durante il suo intervento, Anandasangaree ha sottolineato la necessità di riconoscere il dolore e la sofferenza causati dal massacro, descrivendo gli effetti devastanti di questo atto su culture e identità indigene. Il Ministro ha messo in evidenza come il massacro dei cani da slitta non fosse solo un evento isolato, ma parte di una più ampia repressione culturale attuata nei confronti delle comunità Inuit.

Il massacro dei cani, essenziale per il trasporto e la caccia tradizionale, ha costretto gli Inuit a rimanere in insediamenti permanenti, cambiando per sempre il loro stile di vita. Questa scossa ha avuto conseguenze economiche significative, portando a nuovi approcci alla sussistenza che, nella maggior parte dei casi, non sono risultati adeguati alle esigenze della popolazione.

Le conseguenze del massacro sulla cultura Inuit

La sistematica uccisione dei cani da slitta ha avuto ripercussioni devastanti sulla vita quotidiana e culturale degli Inuit. Questi animali non solo servivano per il trasporto, ma incarnavano anche un legame profondo con il territorio e le tradizioni. La perdita di circa 20.000 cani ha privato le comunità Inuit di una risorsa vitale, rendendo difficile la caccia, un’abilità fondamentale per la loro sussistenza.

Mai come in questo caso, la gestione del territorio da parte delle autorità canadesi ha mostrato lacune e mancanze di comprensione dei bisogni delle popolazioni locali. Gli anziani Inuit, custoditi della memoria storica, ricordano con orrore gli eventi di quegli anni, con le scene di uccisioni di massa che hanno lasciato cicatrici emotive indelebili. Inoltre, la disposizione ad abbandonare il nomadismo, forzato dalle nuove politiche governative, ha generato un senso di tradimento e di isolamento all’interno di una comunità che si è vista contrapposta a forze esterne, prive di empatia.

Le giustificazioni inadeguate delle autorità

Il massacro dei cani da slitta è stato giustificato da autorità come la Royal Canadian Mounted Police e la Sûreté du Québec con l’argomento che i cani rappresentassero un pericolo per la salute pubblica, asserendo che fossero portatori di malattie. Tuttavia, queste affermazioni non solo sono state contestate dagli Inuit, ma hanno anche dimostrato scarsa validità di fronte alla realtà socioculturale.

Il rapporto redatto dal giudice Jean-Jacques Croteau nel 2010 ha messo in luce l’assenza di consultazione delle comunità Inuit riguardo alle misure adottate, rivelando uno sfruttamento delle normative da parte delle autorità. Queste avevano ignorato il profondo legame esistente tra gli Inuit e i loro cani da slitta, trattando la questione come una mera questione di salute pubblica piuttosto che come un attacco a un modo di vivere tradizionale.

Negli anni ’90, la questione è emersa con maggiore forza, portando a richieste di scuse ufficiali. Solo nel 2019, il governo del Quebec ha iniziato a riconoscere le sofferenze causate dal massacro, un gesto accolto con cautela dalla comunità Inuit. Le scuse del governo federale, giunte solo nel 2023, segnano tuttavia un capitolo fondamentale nella difficile relazione tra le autorità canadesi e le popolazioni indigene.

Un passo verso la riconciliazione

L’impegno del governo canadese di destinare 45 milioni di dollari per il recupero culturale delle comunità Inuit è un tentativo di ricostruire un ponte di fiducia. Questa somma è stata pensata per incentivare la reintroduzione dei cani da slitta, fondamentali per il ripristino del legame culturale e per il ripristino delle pratiche tradizionali di sussistenza. Gli Inuit sperano che tale sostegno possa ridare vita a usanze secolari, contribuendo a restaurare un’identità collettiva profondamente ferita.

La riconciliazione con i popoli indigeni del Canada continua a essere una sfida complessa, caratterizzata da storie di sofferenza e ingiustizie. Efforts attuali e futuri dovranno affrontare questa storia, promuovendo il dialogo e la partecipazione attiva delle comunità Inuit. La vera riconciliazione non passa solo attraverso risorse finanziarie, ma anche attraverso una comprensione profonda delle loro culture e tradizioni.

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