Con l’arrivo dell’inverno, molti credono erroneamente che i calabroni asiatici non possano sopravvivere al freddo e quindi non pongono attenzione ai nidi abbandonati. Questa convinzione rischia di avere conseguenze dirette sulla biologia locale e la sicurezza delle persone, soprattutto perché la specie sta mostrando un’espansione preoccupante. Comprendere il comportamento di questi insetti e la loro capacità di sopravvivere agli inverni italiani è essenziale per affrontare efficacemente la loro proliferazione nella stagione primaverile.
Il calabrone asiatico, originario del sud-est asiatico, è stato identificato per la prima volta in Italia nel 2012, precisamente in Liguria. Da quel momento, la specie ha iniziato un’espansione rapida e preoccupante, estendendosi in regioni come Piemonte, Toscana, Emilia-Romagna e altre aree settentrionali del Paese. I calabroni asiatici sono entrati in Europa probabilmente in modo accidentale attraverso i trasporti internazionali, trovando condizioni climatiche favorevoli per la loro proliferazione nelle zone temperate italiane.
Questi insetti hanno un impatto devastante sulla popolazione delle api mellifere , essenziali per l’impollinazione e la produzione agricola. Si approcciano ai loro alveari e catturano le api in volo, decapitate per nutrire le loro larve, in un ciclo predatorio che può sull’orlo del collasso le colonie di api stesse. La perdita delle api ha conseguenze drammatiche per la biodiversità e per l’agricoltura, un settore cruciale per l’economia italiana. Pertanto, è fondamentale adottare misure efficaci per contenere questa invasione.
Contrariamente a quanto si possa pensare, i calabroni asiatici riescono a sopravvivere alle temperature rigide invernali. Essi tollerano bene il freddo, a patto che le temperature non scendano al di sotto dei -10 °C per periodi prolungati, una condizione piuttosto rara in molte zone italiane. Questo fenomeno permette alle regine fondatrici di entrare in uno stato di letargo, protette dall’isolamento termico dei loro nidi.
Se i nidi vengono lasciati intatti, con l’arrivo della primavera, le regine riprenderanno la loro attività tornando a costruire nuovi nidi e avviando la creazione di nuove colonie. Secondo l’esperto francese Aurélien Castandet, da un solo nido trascurato è possibile assistere alla formazione di fino a 50 nuovi nidi entro l’anno successivo. Questa rapidità di proliferazione dovrebbe spingere a una maggiore attenzione e intervento da parte delle autorità.
I nidi di calabroni asiatici possono trovarsi in una varietà di ambienti. Tra i luoghi più comuni vi sono:
Nei climi settentrionali, la presenza di nidi è particolarmente elevata, soprattutto nelle aree con ecosistemi ricchi di vegetazione e corsi d’acqua. Inoltre, con le attuali dinamiche di riscaldamento globale, è prevedibile che il calabrone asiatico possa espandere il suo habitat verso sud, associato a una maggiore varietà di ecosistemi.
Per molti, la scoperta di un nido di calabroni asiatici può suscitare il desiderio di intervenire autonomamente. Tuttavia, questa pratica è molto pericolosa. Anche durante l’inverno, se disturbati, i calabroni possono reagire in modo aggressivo, rappresentando un serio rischio per la sicurezza di chiunque tenti di distruggerli. Gli attacchi di un’intera colonia di calabroni asiatici possono risultare fatali in particolare per le persone allergiche e per quelle lontane da un immediato soccorso medico.
In caso di avvistamento di un nido, la prassi corretta è quella di astenersi da interventi personali e contattare immediatamente un professionista esperto. È importante segnalare il nido alle autorità competenti, come la polizia municipale o il comune, soprattutto se si trova in aree pubbliche. Gli operatori autorizzati si avvalgono di attrezzature specializzate e tecniche di rimozione che garantiscono la sicurezza dell’ambiente circostante.
La lotta contro i calabroni asiatici in Italia richiede un impegno costante, non limitato ai mesi primaverili. Alcune strategie efficaci includono:
Investire nella prevenzione è essenziale per proteggere non solo le api e l’agricoltura, ma anche la biodiversità e la sicurezza delle comunità locali. È importante continuare a sensibilizzare l’opinione pubblica su questo tema e adottare misure appropriate per arginare l’invasione del calabrone asiatico.