Albero vero o di plastica? Meglio un albero vero, ma proveniente da realtà che garantiscono la gestione forestale sostenibile. A suggerirlo è il PEFC Italia, ente normatore della certificazione di gestione del patrimonio forestale.

L’acquisto dell’albero natalizio è un’azione apparentemente piccola ma che in realtà può trasformarsi in un tassello importante per fare la nostra parte nella riduzione delle emissioni di gas serra e per orientare il mercato in senso più ecologico

Spiega Antonio Brunori, segretario generale PEFC Italia. Ecco allora le regole stilate dal PEFC Italia per scegliere un albero di Natale a minor impatto ambientale.

Albero vero o di plastica? I consigli per il Natale 2018 di PEFC Italia

Cosa fare per acquistare l’albero di Natale con il minor impatto sull’ambiente? Vediamo i 5 consigli di PEFC Italia, in modo da evitare errori:

  1. Evitare di acquistare alberi di plastica perché derivano dal petrolio e quindi hanno costi ambientali e di smaltimento molto elevati. In più l’abete in casa respira, assorbe anidride carbonica e rilascia ossigeno, ma anche oli essenziali che purificano e aromatizzano la stanza.
  2. Leggere sempre l’etichetta per assicurarsi sulla provenienza dell’albero. Sul tagliando che si trova sull’albero o sul cimale dell’albero vero devono infatti essere riportate la provenienza da coltivazioni specializzate, la nazionalità, l’età dell’albero e la non destinazione per il rimboschimento (per evitare mescolanze genetiche e quindi danni alle specie autoctone).
  3. Optare per alberi prodotti da realtà forestali certificate PEFC. Lo schema di certificazione garantisce infatti la massima trasparenza in termini di tracciabilità e rispetto dei territori. In Italia sono più di mille le aziende già certificate: scegliere i loro prodotti significa rafforzare un circolo virtuoso e contribuire a modificare le scelte imprenditoriali delle aziende della filiera bosco-legno.
  4. Preferire alberi provenienti dal nostro Paese. Più è vicino il luogo di coltivazione o il bosco dal quale è stato prelevato, meno chilometri farà fino a casa nostra e quindi minore sarà il suo impatto sull’ambiente in termini di emissioni nocive. Rispettare questa regola non è difficile. Il 90% degli abeti italiani disponibili sul mercato natalizio deriva da coltivazioni specializzate che occupano oltre mille piccole aziende agricole tricolori. Il restante 10%, venduto senza radici (i cosiddetti cimali o punte d’abete), derivano da normali pratiche di gestione forestale che prevedono interventi di diradamento indispensabili per far sviluppare meglio le nostre foreste.
  5. Passate le feste, smaltire l’albero in modo corretto. E in tal senso il ripiantarlo in un bosco non è sempre l’opzione più corretta. L’abete rosso (il Picea abies che rappresenta circa l’80% di quelli presenti sul mercato nazionale) è un albero spontaneo solo sull’arco alpino e in alcune aree dell’Appennino Tosco-emiliano. Piantarli in boschi dove già è presente l’abete significa creare problemi di inquinamento genetico perché purtroppo la maggior parte degli abeti viene dall’estero, e magari non conosciamo l’origine e il patrimonio genetico. Meglio quindi piantarlo nel giardino di casa, per chi ne ha uno. E se l’albero si è seccato durante le feste, va destinato alla raccolta compostabile per permettere la sua trasformazione in compost che verrà poi usato come fertilizzante per nuove piante.

E per quanto riguarda i grandi abeti di Natale che illuminano le grandi piazze italiane? “Gli alberi non muoiono mai veramente: una delle caratteristiche più eccezionali del legno è quella di poter avere sempre una seconda vita”, sottolinea Brunori. “Dopo il loro utilizzo durante le festività, gli alberi possono infatti continuare ad essere utili alle città trasformandosi in arredi per esterni, in opere d’arte, utensili o altro”.
Lo smaltimento corretto delle alberature cittadine giunte a fine vita è prima di tutto un gesto simbolico, capace di mostrare a tutta la cittadinanza il valore di un albero non solo come passeggero abbellimento nel periodo natalizio, ma anche come fonte di nuova vita (compost) o di nuovi oggetti nella lunga durata.

Decorazioni per l’albero: le proposte di PEFC Italia

Per decorare l’albero di Natale potete riciclare le bottiglie di plastica: tagliate il fondo ricavando una sorta di formina a stella, smussate gli angoli con un accendino e personalizzate con i glitter. Aiutandovi con un ago, realizzate un foro e fate passare il filo, così da poter appendere la decorazione ai rami dell’albero.Qualche bastoncino di cannella, della frutta secca, spago o corda per fissare il lavoro ed ecco pronta la una decorazione davvero profumata

Si può anche creare una bellissima Stella di Natale che può essere realizzata con: un vassoio di polistirolo, magari recuperato al supermercato, stuzzicadenti o paletti in legno, colla bianca da mischiare in parti uguali con acqua, del filo di lana colorata e la forma di una stella disegnata su carta e ritagliata. Poggiate la forma della stella sul vassoio e ad ogni angolo appuntate uno stuzzicadenti. Togliete il disegno di carta e cominciate ad utilizzare il filo di lana: legatelo al primo paletto, poi imbevete il resto nella miscela di colla e acqua, quindi fatelo passare prima all’esterno e dopo all’interno dei vertici segnati con gli stuzzicadenti. Una volta realizzato il contorno della stella, riempite la sagoma facendo dei cerchi, quindi fate pressione con le dita per appiattire la stella. Togliete i paletti prima che il filo di lana si asciughi.
Inoltre se a casa vi avanza del pannolencio, non buttatelo: potete realizzarci dei piccoli alberelli da appendere. Tagliate dei piccoli quadratini di forme diverse, disponeteli dal più grande al più piccolo per riprodurre la forma “piramidale” dell’albero. Con un ago, fate passare in mezzo ai quadratini un filo che vada a formare il cappio e li tenga uniti insieme.